Sveglia mai presto, come sempre, risolviamo qualche disguido di gomme bucate e via, si va a prendere Alby in hotel. La strada è lunghetta e ci riforniamo di ogni forma di schifezza necessaria per questa due giorni di trasferta.
Arriviamo dopo pranzo a Senaru, cittadina quasi di montagna che vive della organizzazione dei trekking al Rinjiani e poco altro.
Primo obiettivo: le cascate (la prima e magari la seconda).
Chiunque ti fermi in questo posto è una guida, conosce una guida oppure ci tiene proprio tanto ad indicarti una guida sua amico, nonostante per alcune attività sia davvero inutile. Procediamo da soli verso la prima cascata, lasciandoci trascinare da un paesaggio maestoso, con queste alte balze di acqua che scendono in mezzo alla natura tropicale. Ma avevo letto che le più alte, le seconde, erano ancora meglio. Ignoriamo qualunque ulteriore proposta di portarci alla scoperta dei sentieri e ci addentriamo da soli lungo un sentiero, che poi altri non è che il bordo del canale dell’acqua che hanno costruito con una serie di chiuse per la irrigazione. Percorso alla totale portata dei bimbi. Passiamo anche un paio di guadi finali di un piccolo torrentello ed eccoci, di fronte ad uno spettacolo pazzesco di una cascata davvero imponente che finisce in una pozza dove si può anche fare il bagno, per i più coraggiosi, a ridosso della grande massa di acqua.
Giornata fantastica, cacciamo Silvia e nani sul taxi per tornare in hotel, ed io ed Alby ci dedichiamo ad un meritato riposo prima di affrontare la salita notturna al cratere del Rajiani… Ben un paio di ore di sonnellino in macchina!!!
Ci piazziamo direttamente al punto di ritrovo con la guida, appena arriva sistemiamo le ultime cose, si accendono le luci frontale e via, quasi a mezzanotte ci si inerpica su per un sentiero largo e (fin troppo) facile, ma che poco per volta rivela la sua vera natura. L’asfalto lascia subito posto ad un classico terreno di terra battuta, poi iniziano diversi gradini, sempre più alti, sempre più difficili da scavalcare per le mie gambe corte.
La guida, Mus, è una vera carogna, appena ci sente chiacchierare accelera subito, e solo appena ottiene un completo silenzio da totale mancanza di fiato accenna a tornare ad un passo umano. La strada diventa sempre più ripida, e per di più dopo il campo 1 – usato per le gite di più giorni – i gradini vengono gradatamente sostituiti dalle enormi radici della vegetazione della foresta, che formano naturali balze molto impegnative e richiedendo spesso di attaccarsi ai tronchi degli alberi. Al che sorge domanda di quelle da non fare mai…
“Ehi, Mus, ci sono per caso serpenti pericolosi in questa foresta?”
“Cobra” (le mani si sollevano immediatamente da qualunque cosa toccata, tronchi o terreno) “ma sono abbastanza rari”
….adesso si che siamo tranquilli!!!
Qualche cane che abbaia, scimmie rumorose di fondo e foresta sempre più fitta. Nonostante la luna quasi piena non passa un filo di luce, si procede di passo spedito, fin troppo, e superiamo il campo 1 avanzato, il 2 ed il 3, dove circa a 2300m finisce la foresta ed iniziamo le stelle, regalandoci un paesaggio straordinario.
Finiscono chiaramente anche le radici così fastidiose, lasciando spazio ad una simpaticissima sabbia lavica che come nella migliore tradizione per ogni passo avanti te ne fa fare due indietro!
Superiamo le 4 colline – io continuo a pensare che fosse una sola, ma tant’è, le contano così – e finalmente ci aspetta solo il traverso finale, piacevole e quasi pianeggiante, ed arriviamo in perfetto orario, prima dell’alba, sul bordo del cratere.
Mus ed il suo portatore si mettono subito a preparare la colazione, io ed Alby in fondo gongoliamo parecchio nel vederli comunque molto affaticati, piccole soddisfazioni visto che noi siamo davvero provati, e iniziamo a fare foto e ci prepariamo ad immortalare l’alba, in realtà capendo che il punto di arrivo probabilmente non è il massimo, poiché il sole sorge proprio dietro il vulcano.
In ogni caso il paesaggio è spaziale, con il piccolo cratere attivo che sbuca fuori dal bellissimo lago nel cratere e luci e stelle pazzesche.
Raccogliamo tutte le nostre cose e attorno alle 7 ci dirigiamo verso il basso, sentendoci nettamente più bravi di tutti questi “turistucoli” che hanno preso un pacchetto di 2 o 3 giorni per fare la salita… Corriamo sulla sabbia, facciamo adeguatamente i cretini, Mus compreso, e poi inizio a pagare tutto il peso della gita, crampi, dolori sparsi ovunque, ma tant è ci tocca arrivare giù… Forse ha ragione chi a questa salita ed esperienza ha dedicato 2 o 3 giorni…
Discesa infinita, ma arriviamo con un enorme sorriso stampato in faccia.
I dati della gitina:
Partenza: Senaru, 650m
Arrivo: cratere del Rinjani, 2650m
Sviluppo: poco meno di 9km
Terreno: variabile, sempre faticoso
Difficoltà: nessuna in particolare oltre lo sforzo fisico, nessun passaggio esposto.
Scrivo dal bordo della piscina, sono le 18:30, mi godo uno straordinario Agung di Bali durante un tramonto infuocato, e le gambe mi fanno ancora un male pazzesco…
V I V A