Terzo ed ultimo giorno in Ubud.
Come i migliori diesel siamo partiti lentissimi, galleggiando in piscina per un paio d’ore, leggendo la guida tra un tuffo e l’altro.
All’alba delle 12 ci siamo caricati zaini, macchine fotografiche, tre bottiglie d’acqua e un tubo di Pringles (un vero pasto sano ed equilibrato per quattro persone) e siamo partiti per un trekking tra giungla e risaie a nord di Ubud.
Leggendo la Lonely Planet doveva essere una cosetta facile facile, invece dopo 500 metri di giungla in discesa tra fango, dirupi, stradine larghe 50cm e sbalzi di terra di due metri, ci siamo trovati di fronte ad un contadino col macete in mano che ci ha chiesto 10€ per passare sui suoi 10 metri di terreno. La scelta a quel punto era: buttarsi nel torrente alla nostra sinistra dove fanno rafting e risalire a nuoto tra le rapide, tornare sui nostri passi rifacendo in salita sentieri paludosi con dirupi e tutto il resto, pagare il pedaggio-ladroneggio. A quel punto è entrata in gioco una guida locale che ci aveva seguito dall’inizio del sentiero, ci ha guardati e ci ha detto “se venite con me vi faccio passare tre fattorie e vi porto lungo i percorsi che nella Lonely non ci sono e vi racconto tutto quello che ci sta attorno”.
Turisti gonzi 0 – Guida collusa coi contadini 1
Usciti indenni dal quadrivio risalita impervia e ritorno a casa – nuotata tra le rapide – ladroneggio contadino – guida collusa, iniziamo a goderci la foresta e le risaie terrazzate.
I nani sono stati sorprendenti: 7km di cui 3 di trekking davvero impegnativo senza fare una piega, saltellando come cerbiatti sui bordi delle risaie e giù per dirupi canticchiando e sgranocchiando patatine.
Resta l’inquietante quesito: ci ha inculato la guida o il contadino? Spero ci abbia guadagnato di più la guida, perché è stato gentilissimo e ci ha raccontato molte cose interessanti.
Domani ci spostiamo verso est, passando per due templi a nord. Ogni tanto ci viene anche di organizzare le giornate con 12 ore di anticipo!