La sfida era stata lanciata, e finalmente oggi è arrivato il grande giorno della prima partita: tocca a noi giocare fuori casa e insegnare a Waian (gestore dell’albergo) a cucinare la pasta.
Visto che siamo dei secchioni cagacazzo, mica potevamo usare gli spaghetti pronti che si trovano pure qui. No. Noi pasta fresca all’uovo con sugo al pomodoro!
Abbiamo trovato per fortuna la farina di grano, saiddio che farina e che grano, ma che ci frega, mangiamo pollo per colazione pranzo e cena da una settimana, la sola idea di tagliatelle anche demmerda ci fa svanire.
Le uova qui si trovano senza problemi e freschissime ovviamente, pomodori idem, quindi siamo pronti per impastare.
La palla di pasta balinese dopo il riposo è perfetta, peccato doverla stendere con le bottiglie di birra che non è proprio uno scherzo. Attorno al tavolo della cucina bugigattolo intanto che si stendeva la pasta a suon di cristoni è arrivato tutto il vicinato.
Ok, facciamo il cooking-show, per un piatto di tagliatelle vale la pena umiliarsi.
Riccardo dirige Wayan nella preparazione del sugo (pomodori, aglio e olio salamadonna di cosa) e il risultato è buono. Almeno qui sembra buono.
Tagliamo la pasta mentre il pubblico ridacchia e commenta in balinese: secondo me ci prendono per il culo, ma siamo affamatissimi (sono ormai le 9 di sera) e non guardiamo più in faccia nessuno.
Qualche minuto in pentola e le tagliatelle sono perfette: sugo, due piatti, due forchette e birra gelata. Il piatto destinato a noi lo hanno divorato Viola e Tommaso, l’altro piatto era per i balinesi che sembrerebbero aver apprezzato.
Tutti felici, incredibile impresa riuscita, foto di rito tutti assieme abbracciati, pacche sulle spalle, felicità a fiumi.
Tutto bellissimo a parte una nota: Riccarto ed io abbiamo mangiato per cena una sola forchettata a testa per lasciare il cibo ai figli, quindi abbiamo cenato alle 10 con le Pringles gusto alga nel patio della nostra casetta a lume di candela!
Domani partita di ritorno: saremo noi ad imparare a cucinare un piatto balinese. Speriamo di non cenare di nuovo a Pringles.