Secondo giorno ad Ubud.
Finalmente nano esorcista si è ripreso, così ci siamo avventurati nella foresta delle scimmie.
Eravamo tutti e quattro estremamente curiosi di incontrare i macachi balinesi, e nel Sacred Monkey Forest Santuary (Mandala Wisata Wanara Wata) ci siamo ritrovati immersi in migliaia e migliaia di curiosissimi antenati, che ci hanno avvicinato, toccato, frugato nelle tasche alla ricerca di cibo; totale della refurtiva primate: un pacchetto di fazzoletti dal mio zaino e dei vecchi scontrini nella tasca dei pantaloni di Riccardo. Tommaso ha passato metà del tempo in preda al terrore sulle spalle di papà, poi si è arreso al fatto che fossero davvero deliziosi. Viola invece, come sempre con gli animali, si è buttata a capofitto a conoscerli.
Dei macachi abbiamo imparato che sono manoleste, che mangiano in continuazione, si spulciano a vicenda per rilassarsi, sono morbidissimi, hanno sguardi enormemente umani (alla faccia di chi non crede a Darwin) e puzzano terribilmente. Gli invidio mostruosamente il pollice opponibile al piede: che fregatura averlo perso nell’evoluzione.
La riserva in cui vivono ha tre bellissimi templi in cui scorrazzano liberamente tra alberi con intricate radici che ci hanno subito ricordato quelli di Angkor in Cambogia.
Abbiamo proseguito il pomeriggio facendo shopping sfrenato per i mercatini sperperando ben 20€ per tre sarong (personalmente ne avrei comprati 100), due vestiti e la rituale maglietta della birra nazionale per Kiki. Abbiamo avvistato una gran quantità di Vespa originale, come ci era già successo in Vietnam.
Sui banchi del mercato abbiamo anche trovato tra mille piccoli Buddha, Ganesh e Shiva, dei caratteristici ca…vatappi balinesi davvero imperdibili: sappiate che qualche fortunato ne riceverà uno in regalo al nostro ritorno! (Vedi foto per rovinarti la sorpresa).
Ultima tappa della giornata al Pura Taman Saraswati, bel tempio Hindu circondato da vasche di fiori di loto e orchidee, dove abbiamo visto da vicino gli strumenti musicali rituali. Li avevamo sentiti suonare la sera prima ad uno spettacolo di danze e musiche tradizionali balinesi per turisti: quegli spettacoli dove la cosa più tradizionale probabilmente sono i turisti e non la messa in scena.
Prima o poi uno di noi quattro si ribalterà su uno su cestini di offerte alle divinità che sono disseminati ogni passo per strada, nei negozi, nei warung, negli alberghi (ho reso l’idea).
Come nella migliore tradizione della famiglia, per domani non abbiamo ancora programmi, salvo che Riccardo asserisce di aver puntato la sveglia alle 6:30 per andare a correre lungo le risaie (ndr ba’).