Giorno 49. Singapore.

Arrivare a Singapore dopo più di sei settimane in Indonesia è uno shock.
Tanto l’Indonesia è un casino senza regole, dove tutto succede a caso, tutto è un po’ sudicio, sorridente ed estremamente povero, tanto Singapore è una Svizzara asiatica ordinatissima, opulenta e iperbolica.
Personalmente sono del tutto disorientata. Quasi faccio fatica a capire come attraversare la strada, se devo aspettare il semafoto in fila composta, oppure se posso attraversare a casaccio.

Superato lo stordimento iniziale, ci accorgono meravigliosamente Alessia e Maurizio nella loro splendida casa. I nani e loro figlio fanno immediatamente comunella giocando come non ci fosse un domani.

I nostri zaini viaggiano ormai da quasi 7 settimane, e il loro contenuto equivale ad una bomba chimico-batteriologica. Prima di lasciare Bali abbiamo cercato di decontaminare alcuni vestiti e noi stessi per poterci presentare in condizioni accettabili alla porta dei Garavello. A quanto pare o ci siamo riusciti, oppure Alessia e Maurizio mentono in modo formidabile.

L’obiettivo di questi due giorni a Singapore è riabituarci allo stile di vita occidentale, cucinare un po’ di piatti italiani per i nostri amici, attingere ai divertimenti per adulti e bambini che la città offre tra l’isola di Sentosa e lo zoo.

La prima visita è stata Sentosa, l’isola del divertimento all’iperbole. Qui abbiamo visto l’acquario più grande del mondo, e bisogna ammettere che è di una bellezza assoluta. La vasca più importante ospita numerose mante di almeno 4 metri, squali, spesce sega, e un’altra infinità di pesci. Pagando cifre ignobili è anche possibile immergersi e fare diving nella vasca immensa (anche questa è Singapore).
Nel pomeriggio ci siamo lanciati giù dalle colline di Sentosa con degli slittini da strada. La serata si è chiusa alla grande con una grigliata a bordo piscina assieme ai vicini di casa di Alessia e Maurizio.

L’ultimo giorno inizia alle ore 9:00 spaccate con la lezione di pasta fresca alla vicina di casa Melody. Prepariamo l’impasto per fare 1,5kg di taglialette. Con soddisfazione massima mettiamo in frigo le nostre enormi palle di pasta a riposare e la giornata prosegue per lo zoo di Singapore, ovvero lo zoo più grande del mondo. Per visitarlo tutto ci mettiamo praticamente tutta la giornata. I bambini sono entusiasti, e bisogna ammettere che come tutto in questa citta è assolutamente grandioso e perfettamente curato.

Alle 17.00 nell’appartamente del secondo piano si raduna mezzo condominio per partecipare alla fabbricazione delle tagliatelle. Per Melody ormai la pasta fresca non ha più segreti! Dopo un’ora di lavoro collettivo, sono pronte tagliatelle per un esercito. Alessia conta sul fatto di surgelarne un parte, ma non fa bene i conti con 8 bambini affamati e 7 adulti golosi. E fu così che nel giro di 20 minuti le tagliatelle furono giustiziate senza pietà fino all’ultimo boccone!

Ormai è tempo di tornare. Ci sentiamo di nuovo occidentali, ma questa sensazione non mi piace affatto.